mercoledì 12 maggio 2010

la mattina

Le mie mattine sono sempre molto strane. Mi sveglio con una sensazione di stupore praticamente ogni giorno. Stupore per esserci ancora anche se Joni non c'è più, stupore per la sensazione di malessere che mi prende appena sveglia , la stessa sensazione che non mi permette di addormentarmi subito, la sera, quando vado a letto. Anche questa mattina mi son svegliata così .
E poi mi è venuto in mente che oggi è il Bat Mizwà di mia nipote Gali e che ho due bravi figli di cui andare fiera e cinque deliziosi nipoti e un bravo compagno e tante cose da fare per il presente e per il futuro , e allora ricomincio: ma il mio" pezzo mancante "lo sento comunque. È un pò come aver perso una gamba e averne una finta da rimettere ogni giorno: impari a camminare bene, anche a correre, nessuno se ne accorge, ma il moncherino fa comunque e sempre male quando lo tocchi.
Immagino che anche Avraham abbia sensazioni simili, anche se in momenti diversi. Ma non ne parliamo molto spesso perchè il dolore è talmente grande e profondo e spaventoso che è meglio lasciarlo lì e non toccarlo troppo, sennò come un vulcano rischia di esplodere.
E così adesso mi lavo, mi vesto, mi trucco, e ricomincio a vivere , e mi preparo ad essere felice, allegra e contenta alla festa di Gali, per Gali , per Joni, e per me stessa.

6 commenti:

  1. Buona giornata Manuela. E grazie per scriverci queste splendide riflessioni.

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  2. difficile restare a ciglia asciutte...

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  3. é il dolore dell'arto mancante, che pare che faccia male quando è stato amputato, anche se non c'è più
    è sempre parte di te
    ti abbraccio

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  4. Parole bellissime, che ogni mamma non può che leggere e "vivere" con immensa partecipazione.
    Da noi perdere un figlio è il frutto di malattia, di incidenti, sempre di qualcosa di ineluttabile, di non previsto, quantomeno. Per le mamme d'Israele è, forse, un po' meno imprevedibile. E' un evento spesso presente nei libri degli autori israeliani che tanto amo, anche nella loro vita privata..
    Mi chiedo se questa specie di condivisione, di prevedibilità (della possibilità che accada) accresca il dolore o lo mitighi... Ammesso che un dolore così straziante e innaturale come la perdita di un figlio possa essere in qualche modo mitigato...Non lo so. In ogni caso è tutto così ingiusto.
    Un abbraccio affettuoso (se posso).
    Paola

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  5. ciao manuela!!!
    ti chiamo per nome, ormai per me sei nota e stranota!
    aspetto sempre di leggerti su vanity dove ti ho scoperta, mi piace leggere della tua realtà così diversa anche se così dolorosa.
    e poi io so così poco del tuo paese, della tua religione, del conflitto che hai vicino e di come vivi.
    ma ne serbo una grande curiosità.
    ho cercato di comprare il quaderno speciale di limes "israele senza palestina" per saperne un po' di più, ma non ci sono riuscita, esautito!
    spero che sia perchè l'hanno letto in tanti!
    comunque non vedevo l’ora anche di trovarti su di un blog, immaginavo di poter comunicare ma non sapevo dove e come.
    vabbè.
    adesso forse si può fare.
    per ora mi permetto di mandarti un abbraccio, e di chiederti qualcosa da leggere per starvi più vicina, non so da dove cominciare!!
    sofia

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  6. ciao amica cara,
    conosco bene il tuo dolore, l'urlo che rimbomba dentro di te e strazia le tue mattine.
    Non passerà mai.
    Ma conosco bene anche la tua forza e la carica che sai darti, so che quando ti metti in moto sei determinata e caparbia...
    adesso però mi piace pensare a Gali in un giorno speciale, al suo sorriso e alla chiarezza della sua faccia, e mi piace pensare a i suoi fratelli, orgogliosi di lei.
    E a te, e al nonno, e alla festa. Vi abbraccio tutti quanti.

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