martedì 11 maggio 2010

un'amica racconta una storia italiana

In un ricco paese del nord-est, pieno di boutique, di signore con abiti firmati e di "bella gente" con belle case e ancor più belle aautomobili, un paese in cui i giovani sono apparentemente felicissimi e spensierati e bevono spritz in piazza tutte le sere e le ragazze esibiscono le loro grazie con gioia, un paese che a guardarlo così, superficialmente, alle 19,30 della sera, sembrerebbe il bengòdi, è successo questo episodio.

In piazza c'è da sempre una pasticceria, molto nota anche fuori perchè le torte e le paste sono veramente buone, da generazioni le ricette si tramandano di padre in figlio e la qualità non è mai scemata. I clienti sono degli habitués, conoscono i gestori e si conoscono tra di loro. Ora la pasticceria è condotta da due giovani fratelli, un lui e una lei, che si sono trovati questa fortuna e presumo facciano di tutto per tenersela stretta, per continuare il buon nome del locale, per mantenere una clientela qualificata.

Entrano una signora marocchina e sua figlia dodicenne. La signora è una vera signora, fa la traduttrice anche per l'università, collabora culturalmente con il comune, è molto carina, magra e fine;la bimba, che frequenta regolari scuole statali e ha un bellissimo aspetto, chiede una pastina.....la proprietaria, rivolgendosi scocciata alla commessa, sbotta: "Dàghe 'na pastina a 'sta talebana!". "Mamma, perchè mi chiamano talebana se non sono armata?"-mormora la bambina.
La signora marocchina non risponde, paga, esce, e fila dritta a sporgere denuncia ai carabinieri, i quali arrivano, tentano di conciliare chidendo delle scuse che vengono pòrte, ma non accettate....la signora pretende di andare fino in fondo, proprio come fanno i talebani!!!!

Ora, c'è solo da sperare che la multa di risarcimento sia consistente, che la bimba con quella si paghi studi ,e divertimenti, e viaggi, e magari un giorno si compri una bella pasticceria...una pasticceria enorme che si chiami "Emergency" o qualcosa del genere, no???

Porca miseria, quanto resistente è il germe del razzismo, quanta convinzione di superiorità deve avere uno per pronunciare una frase simile, quanta gente in quel benestante paese è pronta a difendere la "buona fede" della pasticciera?
Non voglio avere risposte, non lo voglio sapere.

4 commenti:

  1. volendo fare finta che quel ricco paese del nord-est sia Padova, ho potuto verificare di persona che i figli e le figlie di quelle signore firmate, a scuola, discriminano in modo intollerabile i loro compagni stranieri... Non importa se queste ragazzine moldave, marocchine, filippine sono quasi sempre le più brave della classe, le più educate, le più generose con i compagni: è sufficiente che siano straniere... intorno a loro si crea un muro,di diffidenza nel migliore dei casi, di aperta ostilità, nel peggiore...
    E, ricollegandomi alle considerazioni di ieri sull'ora di religione, quando ho deciso di far presente alla scuola di mia figlia la situazione che due ragazzine rumene stavano subendo, l'insegnante di religione non ha mosso un dito ... L'unico che ha fatto qualcosa, è stato quello di matematica, così sfatando la leggenda che i professori di matematica non abbiano un cuore...
    Il razzismo è molto presente, ma voglio chiudere con una speranza: è molto presente alla scuola media, alle superiori i ragazzi stranieri vengono accettati molto di più, come se, nel momento in cui possono pensare con la loro testa e non con quella delle mamme in pelliccia e dei papà in suv, il razzismo in qualche modo si attenuasse... Forse c'è speranza che la nostra diventi veramente una società senza differenze di razza, pelle, religione? Lo spero di cuore

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  2. cara Paola,
    io a pd ci vivo e ci ho insegnato per 27 anni, alle superiori. A mio avviso i ragazzini, fino alla terza media, hanno PAURA di una diversità di cui in famiglia si parla con diffidenza, poi si rassicurano e, sentendosi superiori, accettano uno scambio. Anche il "diverso" nel frattempo si è fatto più forte e sostiene il confronto con dignità e intelligenza. Da qui a parlare di accettazione , però, ne passa. Vorrei sperare che così fosse, ma non so dire quanti ragazzi "diversi" siano invitati il sabato alle feste insieme agli altri o siano scelti come confidenti personali, o siano portati in casa a studiare.....Una cosa però mi fa sperare nel futuro: che i diversi, rispetto ai nostri signorini, sono più impegnati a costruirsi una vita, più consapevoli del valore dello studio, a volte più recettivi e disposti a fare fatica; prima o poi parteciperanno ai concorsi pubblici e staremo a vedere come finisce quando vinceranno quelli per le "nobili professioni".
    Un saluto affettuoso.

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  3. non è padova!!!!
    il paese dove é avvenuta questa vicenda è quello dove abito io!!!! Mirano, in provincia di Venezia!!!

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  4. eh sì, caro alessandro,
    è proprio il tuo paese....non so se sei giovane, ma se lo sei, mi piacerebbe sapere come vivono questi "incidenti" i tuoi coetanei, io sono del parere che ci sia qualcuno che si indigna, no????
    Grazie se vorrai rispondere

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