martedì 22 giugno 2010

eva

Eva è il nome della mia amatissima sorella più piccola ( che non è più tanto piccola ma a me lo sembra ancora ), ed è anche il nome di Eva Mozes Kor , la donna fantastica di cui ho scritto nel Vanity Fair che esce domani.
l'ho conosciuta a roma, e abbiamo fatto amicizia subito. Abbiamo riso e pianto insieme ( più riso che pianto) ci siamo raccontate dei rispettivi mariti e figli , del suo dispiacere per la mancanza di nipoti ( non ne ha e non ne avrà ) e durante la notte ho letto il libro che aveva con sè e non mi poteva lasciare.
Forse non la rivedrò mai più .
Ma le sue parole , spero non mi lasceranno mai.
è stato bello scoprire una sorta di gemella nel dolore, una che si rifiuta
di diventarne schiava. Una ventata di aria fresca.


A proposito di aria a tel aviv ha fatto, ieri e oggi, un gran caldo. 40 gradi , da impazzire. Ieri per sfuggire al caldo ho fatto la spesa a mezzanotte! (il mio supermarket è aperto 24 ore su 24, 364 giorni all'anno , tranne che per Yom Kippur)

3 commenti:

  1. deve essere bello poter con tanta intensità partecipare a un amicizia di passaggio. Per me questo dimostra una gran sensibilità ed apertura verso l'altro.
    Tu soffri per i 40 gradi di Tel Aviv, qui in Friuli-Venezia Giulia stiamo ancora aspettando una giornata finalmente calda e senza pioggia.
    Domani ti leggo su Vanity..

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  2. Ho letto l'articolo, emozionante... Deve essere stato un incontro straordinario, ho una bambina di sei mesi e mi si e' stretto il cuore al pensiero dell'incubo che hanno vissuto troppe persone...

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  3. Buongiorno, ho letto l'articolo sul vanity, emozionante è dir poco, rileggendolo mi sono ricordata che alcuni anni fa, da una bancarella chissà dove ho comperato un libro di un sopravissuto polacco al lager di auschwitz, costui ha lavorato per molto tempo al fianco del dottore mengele e descrive molto bene l'operato di questo pazzo dottore durante il periodo di prigionia, mengele selezionava delle persone ogni 3 - 4 mesi che lavorassero vicino a lui, se non erro...., poi li faceva eliminare perchè sapevano fin troppo. Mengele risparmiò il polacco (non ricordo più il nome)non per pietà ma perchè gli piaceva il suo operato, insomma, il polacco era istruito e gli faceva comodo per i suoi esperimenti. Magari alla signora Eva potrebbe interessare conoscere di più.....!? Cercherò di trovare il libro (ha una copertina rossa con una foto di auschwitz e s'intitola "i medici di auschwitz"), dovrebbe essere in soffitta, e poi le comunicherò i dettagli.
    Grazie e cordiali saluti.
    Valentina (mail: nessunaltri@inwind.it)

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