venerdì 23 marzo 2012

incidente....



questa è la macchina dell'investitore di mia nipote gali subito dopo l'incidente.
è ancora piena di dolori ma sta cominciando a muoversi....e a ricevere le amiche che vengono a trovarla...
eccola qui. gali è quella di sinistra

domenica 4 marzo 2012

rieccomi a tel aviv!

.. e fa quasi più freddo che in italia.
certo più che a scicli.
pubblico un'intervista a daniele giannetti che ha appena pubblicato un libro sui campanari di virgoletta
ll mARTEdì:
Daniele Giannetti

Margherita Portelli

Farsi affascinare da un suono, e restituirlo in immagine. Innamorarsi di una tradizione che sopravvive e pensare che sia doveroso documentarla. Fare reportage a una manciata di metri da casa, per dimostrare che il consueto, spesso, è di una bellezza che in nostri occhi si sono disabituati a scorgere. È un osservatore, Daniele Giannetti, e non si offenderà se diciamo che guardare gli riesce forse ancora meglio che scattare. Le foto del 27enne nativo di Fornoli - una pugno d’anime in Lunigiana - e trapiantato a Parma per motivi di studio (Biologia), saranno in esposizione dal 1° al 23 marzo negli spazi dell’Informagiovani di via Melloni, nella mostra «Virgoletta, il borgo dei campanari». Lo abbiamo incontrato.

Di che si tratta?
Virgoletta è un paesino della Lunigiana, uno dei borghi più belli della zona, in cui sopravvive la tradizione di suonare le campane a corda manualmente. Cinque anziani signori, che suonano le campane come veri e propri strumenti, con un repertorio che spazia da Vecchio scarpone a la Piemontesina bella, ma che non hanno idea di come si scriva la musica o di che cosa sia una nota. Cinque tasti, cinque campane, cinque note e, dunque, cinque campanari! Niente alta tecnologia, niente elettronica, ma solo meccanica. Mi sono fatto affascinare da questa tradizione, ho pensato che sarebbe stato il caso di documentarla, perché potesse sopravvivere nella memoria, e così sono andato là, con la mia macchina fotografica, domenica dopo domenica, a scattare foto.

Da lì è nata la mostra?
In realtà dietro la mostra c’è il progetto editoriale. Da qui a breve uscirà infatti un libro di fotografie dal titolo «Virgoletta, il borgo dei campanari», edito da Giacchè. Una gran bella soddisfazione per me, la concretizzazione di un progetto partito un po’ per caso, ma al quale mi sono subito appassionato.

Anche la musica è una tua passione?
In effetti oltre a studiare Biologia all’università frequento il conservatorio: suono il clarinetto.

Che tipo di fotografia prediligi?
Io in realtà sono un fotografo naturalista. Amo scattare foglie, insetti, fiori. Stare nella natura e “cacciare” quei particolari bellissimi che ci offre. Si chiama macrofotografia.

Da quanto tempo scatti?
Praticamente da sempre, iniziai da bambino con le macchine a pellicola perché mio papà era un appassionato. Poi con il tempo sono passato al digitale; ma non amo modificare le foto. La postproduzione deve limitarsi all’essenziale.

Ma il fotografo di professione, ti piacerebbe farlo?
Non nascondo che mi affascina pensare di poter fare della fotografia il mio mestiere, ma non sono sicuro che lo sceglierei come lavoro. E’ un universo sempre più precario, che riserva sempre meno attenzione ai grandi reportage. Purtroppo si dà meno considerazione all’immagine, e l’approccio è troppo sbrigativo.

Il volume con le foto di Daniele Giannetti: «Virgoletta, il borgo dei campanari» (Edizioni Giacché, 2012), sarà nelle librerie da aprile e in vendita a Parma presso "la Bancarella" di Strada Garibaldi.